Terre alte

Valbrenta – Tabacco ed Alta Via del Tabacco

L’Alta Via del Tabacco (AVT) è un itinerario sulla destra orografica della Valbrenta fra Costa e Bassano del Grappa che, a seconda dell’allenamento e dello scopo con cui si affronta tale percorso, si percorre in circa 6/7 ore (a passo spedito/di corsa) fino a tre giorni. Se si rispetta la tabella di marcia in cui viene suddiviso il percorso nelle tre tappe e lo si affronta con la dovuta calma è un itinerario non impegnativo, caratterizzato da sali-scendi però mai con lunghe salite, ma soprattutto è un percorso ‘nella storia’ di questa valle.

Riprendendo una citazione che trovate nel sito dedicato all’Alta Via del Tabacco (http://www.altaviatabacco.it/) si capisce quanto sia stato importante tale pianta per la storia di questa valle: “Di tabacco si muore” sostiene la scienza, ma “di tabacco si vive” affermava la gente del Canale di Brenta.

Il tabacco, che si diffuse in Europa solo dopo il 1560, arrivò nella Valbrenta, in particolare nei paesi della destra orografica del fiume, non ben chiaro come, solo verso la metà del ‘600, e cambiò l’economia, la geografia e l’usanza della popolazione. Interessante la storia ‘politica’ legata a questa pianta, in quanto dal 1654 la Repubblica di Venezia ne vietò la semina, l’impianto e la vendita privata, ma inizialmente non nella Valbrenta, grazie ad antichi privilegi (che sono sempre esistiti un tempo per le aree di montagna e meno agiate). Solo nel 1703 venne deciso di far cessare la coltivazione del tabacco da parte della Serenissima, ma con varie vicende tale coltura non abbandonò mai i terreni della Valbrenta, dando inizio sia a coltivazioni che a commerci di contrabbando. Dopo il 1815 sotto il regime Austriaco (1813-1866) si tornò a coltivare regolarmente il tabacco, con concessioni anche nei paesi della sinistra Brenta. Per capire l’importanza a cui si era giunti con la coltivazione del tabacco riprendo una citazione sempre dal sito dell’Alta via del tabacco: “La coltivazione dl tabacco – è scritto in un documento dell’epoca di Andrea Secco, presidente del Consorzio agrario di Bassano – è l’unica di questi paesi; è la sola che tiene stentatamente in vita circa 16.000 persone; e le derrate tutte che sono indispensabili alla vita, i coltivatori di tabacco devono comperarsele a denaro fuori della vallata. Si aggiunga a ciò la circostanza che la grande maggioranza dei coltivatori è obbligata a comperare tali derrate a credito per poi pagarle in capo all’anno col ricavato del tabacco che consegna alla Regia”. A partire dal 1870-1880 si assiste ad una serie di crisi, perdurate fino al secondo dopoguerra, per cui via via la gente abbandonava la Valbrenta per migrare all’estero o in altre aree limitrofe in cerca di lavoro, abbandonando la coltivazione del tabacco, che era divenuta sempre meno remunerativa, e rispetto ad altri lavori richiedeva molti interventi durante tutto il periodo dell’anno (http://www.altaviatabacco.it/HTML/tabacco-coltivazione.html)

Di secoli di coltivazione del tabacco oggi rimangono molti segni sul territorio, primo fra tutti i terrazzamenti che tanto caratterizzano tutta la Valbrenta, e che oggi sono (fortunatamente) in diverse zone in fase di recupero (http://www.adottaunterrazzamento.org/). Il paesaggio a terrazzi è uno fra i più caratteristici dell’ambiente montano, da sempre costruiti al fine di ricavare quanta più possibile superficie da coltivare in aree ripide, che altrimenti risulterebbero difficili da utilizzare. I terrazzamenti si riscontrano qui come in molte altre parti dell’arco alpino e non solo (Valpolicella e le colline di Valdobbiadene per rimanere in Veneto, ma anche Val di Cembra, Val di Gresta, Trieste o Cinque Terre nell’arco alpino o Ischia, Costiera Amalfitana e Pantelleria nel sud-Italia), e rappresentano di certo un territorio da conservare, frutto del lavoro dell’uomo che nei secoli ha eretto grandi muri a secco per poter sostenere questi terrazzamenti. Proprio nel corso del 2016 si terrà in Italia il III° incontro mondiale sui paesaggi terrazzati (http://www.terracedlandscapes2016.it) dal 06 al 15 ottobre. Oltre ai terrazzamenti oggi è possibile trovare anche altro percorrendo l’Alta Via del Tabacco, tra i quali cito la ‘pia’, un recipiente di pietra locale che serviva a pestare il tabacco. L’invito è quello quindi di percorrere tutta o anche solo in parte l’Alta Via del Tabacco, magari unendo la visita al Museo del Tabacco a Carpanè o al Museo Etnografico a Valstagna (http://osservatorio-canaledibrenta.it/Rete-Museale.html)

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