Flora

Primula comune (Primula vulgaris)

La primula comune è sicuramente uno dei fiori più noto a tutti, sia per la facilità con cui si riconosce sia perché è uno dei fiori che sboccia prima di tutti gli altri: per questo da sempre la primula è il simbolo della primavera e considerata anche simbolo di giovinezza così come, nella tradizione popolare, è una pianta augurale. La maggior parte dei testi riporta la fioritura fra febbraio e maggio, ma non è raro, specie negli anni in cui l’inverno risulta essere più mite, trovare alcune piante che fioriscono anche a fine dicembre o in gennaio. Come altri fiori presenti nella primavera, anche la primula è una pianta perenne, con un rizoma (modificazione del fusto che diventa sotterraneo, simile ad una radice) orizzontale, da cui dipartono le radici, mentre le foglie sono tutte basali a forma di rosetta. L’habitat della primula comune non è particolarmente specifico, trovandosi sia ai margini di boschi di latifoglie che al suo interno, in particolare in faggete ed in querco-carpineti, così come la distribuzione altitudinale è abbastanza ampia, andando dal piano basale/collinare a quello subalpino, quindi dai 100/200 m fino ai 1800 m, localmente anche più in alto (in Appennino, zona del Gran Sasso, si riporta la presenza della specie fino a 2000 m). Anche per il terreno non ha esigenze specifiche, trovandosi sia su substrato calcareo che siliceo.

Fra le specie del genere Primula la Primula vulgaris, proprio perché molto comune e ad ampia diffusine, è anche quella meno importante dal punto di vista floristico, in quanto non caratteristica di particolari zone, a differenza di altre primule, specie quelle di roccia, molte delle quali risultano essere endemiche. Questo è chiaro già dal nome specifico vulgaris, che sta ad indicare qualcosa di comune. Il nome del genere, Primula, deriva dal latino ‘primus’, cioè primo, ad indicare che è fra le prime specie a fiorire. Da un punto di vista tassonomico si può riscontrare con altri nomi, fra i quali più comuni sono Primula acaulis o Primula veris (in alcuni più specificatamente Primula veris var. acaulis).

Pur sottolineando l’importanza di prestare la massima attenzione nell’utilizzo di piante selvatiche per scopi alimentari od officinali, in quanto serve un’ottima conoscenza delle piante e dei loro principi attivi, per curiosità si ricorda come la Primula vulgaris sia o sia stata apprezzata per differenti proprietà medicinali, essendo un’erba che fra le altre ha attività espettorante, analgesica, antireumatica ed antinfiammatoria.

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