Monte Campolongo – (Altopiano di Asiago – Valbrenta – VI)
GRUPPO/ZONA: Pendici Altopiano di Asiago/Valbrenta – Monte Campolongo
DISLIVELLO: 1100 m
TEMPI: 4/5 ore intero percorso, soste escluse
DIFFICOLTA’: EE (escursionisti esperti)
PERIODO CONSIGLIATO: Autunno – inverno – primavera; sconsigliato il periodo estivo
CARTOGRAFIA CONSIGLIATA: Carte dei sentieri delle Sezioni Vicentine del CAI – Canale del Brenta e Massiccio del Grappa
ACCESSO STRADALE
Percorrere la SS47 della Valsugana fino alla deviazione per Campolongo sul Brenta (qualche chilometro dopo Solagna per chi proviene da Bassano del Grappa o qualche chilometro dopo San Nazario per chi proviene da Trento). Appena passato il ponte sul Brenta all’incrocio svoltare a destra e dopo qualche centinaio di metri, passata una strettoia, si giunge alla piazza del paese, con numerosi parcheggi fronte chiesa.
BREVE DESCRIZIONE
Dal piazzale del paese si sale per un viottolo fra le case a fianco della chiesa (indicazioni per il sentiero n.765). Appena superate le case ci si trova difronte ad un pannello descrittivo del sentiero naturalistico ‘Antonia Dal Sasso’, interessante percorso non faticoso dedicato ad una socia della sezione del Cai di Bassano, già maestra elementare qui a Campolongo. Il nostro percorso prevede di salire diritti, abbandonando subito la strada asfaltata che sale verso le case in loc. Vialetto e lasciando sulla destra la traccia del sentiero naturalistico (in alternativa alla via diretta di salita è possibile percorrere sia la strada asfaltata che parte del sentiero naturalistico fino alla loc. Vialetto). Il sentiero sale subito ripido per la massima pendenza, percorrendo una valletta lastricata usata anticamente (ed in parte ancora oggi) per il trasporto della legna a valle. Dopo circa 30/40 minuti si incrocia la strada che sale da Campolongo in loc. Vialetto, la si attraversa e si continua diritti per un altro tratto di sentiero, fino a incrociare l’ultimo tratto della stessa strada circa a quota 650 m. In questa prima parte del sentiero si percepiscono bene le opere di terrazzamento create dall’uomo, che caratterizzano tutta la Val Brenta, fatte per ruscire a coltivare lungo i pendii particolarmente inclinati. In particolare in queste zone è famosa la coltivazione del tabacco, fatta dalla metà del 1600 circa fino alla fine degli anni ’70. Oltre ai terrazzamenti in questa prima parte si notano anche diverse piante di castagno (Castanea sativa) fino a poco tempo fa coltivati a scopo alimentare, mentre tra le altre sono presenti la roverella (Quercus pubescens) ed il caripino nero (Ostrya carpinifolia), molto utilizzate come legna da ardere. Da qui in breve si raggiunge un capitello dedicato alla Madonna della Salute (833 m, 1h30 circa da Campolongo, punto 5 in cartina), con un’ampia visuale sul Canale di Brenta. Ora il sentiero continua meno ripido, si lascia poco dopo sulla sinistra una traccia di sentiero con indicazione Trodoeo dei Grisoni – Palazzon Monte Caina ed in circa 30/40 minuti si esce dal bosco, che nell’ultimo tratto è caratterizzato da una pecceta (bosco di abete rosso, Picea abies) molto fitta, chiaramente non naturale ma frutto di impianti fatti dall’uomo, e si raggiunge il crinale fra il M. Caina ed il M. Campolongo, con una ampia visuale su tutta la pianura antistante, sul Grappa, sul Canale del Brenta e più lontano fino sulle cime del Lagorai (ben visibile in lontananza la Cima di Cece ed il suo caratteristico campanile). Ora si prosegue facilmente in piano o leggera salita lungo una strada sterrata, che attraversa le casare di Campolongo. Tutta questa area sommitale, in cui si trovano prati pascolati, si caratterizza per la presenza delle casare, termine molto presente in tutto l’Altopiano di Asiago e nel vicino massiccio del Grappa, per indicare i luoghi dove si lavorava il latte per produrre formaggio. Per alcune di queste rimane solo il nome di casare, altre invece continuano tutt’oggi la produzione di un ottimo formaggio di qualità. [Piccola nota cartografica: in molte cartine, fra cui quella consigliata, vi sono delle apposite abbreviazioni per indicare le casare, così come per indicare altre strutture differenti dalla casare. In particolare troverete spesso C. per indicare Casa, cioè una singola casa (anche se a volte risultano essere più di una, magari però facenti capo alla stessa famiglia di orgine). Con C.se sta per Case, cioè un insieme di case, un piccolo borgo, non necessariamente legato all’attività casearia, mentre con C.ra o C.re si indica Casara o Casare, strutture come detto legate all’attività casearia]. Subito dopo Casara Giarella si seguono le indicazioni per i Trinceroni: trincee e postazioni utilizzate durante la Grande Guerra e da poco risistemate in maniera ottimale per essere percorse in totale sicurezza, in cui si possono notare diversi avamposti e gallerie. Questi luoghi permettevano di controllare il tratto della Valbrenta fino a Valstagna, e al tempo stesso le cime attorno, non ultima anche tutta la parte alta del Grappa, e al tempo stesso rappresentava una delle ultime linee di difesa prima della pianura veneta. Vale la pena di percorrere lentamente questo tratto, per apprezzare meglio queste opere dell’ingegneria militare.
Si può rientrare poi per il medesimo percorso fino a Casara Giarella o in alternativa, allungando di poco, fare un giro circolare passando da Casara Valleranetta e risalire poi lungo in sentiero n.800 fino a Casara Val Vecchia (in questo caso considerare circa 30 minuti e 200 m di dislivello in più rispetto alle indicazioni), dove in breve si incrocia il sentiero di salita. Per la discesa si ripercorre a ritroso il sentiero dell’andata.
CARTINA
NOTE
Per conoscere maggiormante la storia del tabacco, che ha segnato in maniera profonda il paesaggio di tutta la Valbrenta, e delle genti che vivevano in queste zone, si consiglia di vedere il sito http://www.altaviatabacco.it/. Potete trovare anche utili informazioni sulle attività recenti di recupero e valorizzazione dei territori della Valbrenta legati alla coltivazione del tabacco.