Meatte e Boccaor – Monte Grappa
GRUPPO/ZONA: M. Boccaor e M. Meatte – Monte Grappa
DISLIVELLO: 600 m
TEMPI: 4 ore intero percorso, soste escluse
DIFFICOLTA’: E (escursionistico)
PERIODO CONSIGLIATO: Tutto l’anno; prestare particolare attenzione in inverno in quanto a seconda delle condizioni nivo-metereologiche vi possono essere tratti ghiacciati o canali molto innevati da attraversare
CARTOGRAFIA CONSIGLIATA: Carte dei sentieri delle Sezioni Vicentine del CAI – Canale del Brenta e Massiccio del Grappa
PUNTO DI PARTENZA: Località Pian dea Baea (Valle delle Mure)
ACCESSO STRADALE
La via più veloce per arrivare a Pian dea Baea è percorrere SP140 che dal paese di Semonzo (VI) sale, passando per Campo Croce, verso la cima del M. Grappa. Dopo aver passato il ristorante Baita Camol (sulla destra mentre si sale) si prosegue per alcuni chilometri, sempre con strada a tornati a tratti ripida, fino a giungere in prossimità di due tornati in sequenza: nel primo troverete indicazioni per la strada delle malghe, mentre nel secondo tornate sulla destra si stacca la strada che è diretta al Pian dea Baea (indicazioni per Malga Ardosetta e Val delle Mure). Alla data odierna (giugno 2016) la strada è ancora chiusa, causa rottura di alcune reti paramassi durante l’inverno: ad oggi non sono ben chiari i tempi per la sistemazione della strada, è consigliato telefonare in comune a Borso del Grappa o Crespano del Grappa per chiedere informazioni a riguardo. E’ possibile percorrere a piedi il tratto di strada chiuso, che è comunque interessante: considerate rispetto ai dati sopra indicati di aggiungere circa 150 m di dislivello e 6 chilometri circa, quindi complessivamente 1.5/2 ore in più di cammino. In alternativa si può salire per la strada che sale da Fietta (fra Crespano del Grappa e Possagno), denominata ‘salto della capra’ (attenzione strada a tratti molto stretta e ripida) o lungo la strada che risale la dorsale est che proviene dal Monte Tomba (raggiungibile da Pieve di Cavaso del Tomba, da Pederobba per via Monfenera o da Alano del Piave lungo la SP 10). Il Pian dea Baea è l’inconfondibile piano che si trova alla testata ovest della Valle delle Mure, da cui parte il nostro itinerario.
BREVE DESCRIZIONE
Parcheggiata l’auto si trovano le indicazioni per il sentiero n.152, visibile fin da subito in quanto si tratta di un vecchio sentiero militare che taglia tutto il versante sud del M. Boccaor e del M. Meatte: proprio alla partenza del sentiero si nota un bel tratto lastricato ancora ben conservato ed alcune trincee sistemate da alcuni anni (pannelli esplicativi in loco). Si inizia attraversando due gallerie e giungendo presto sul versante sud della montagna, con ampia visuale sulla pianura sottostante: nei giorni più limpidi si vede facilmente Venezia e tutta la laguna. Da questo punto il sentiero continua sempre in dolce salita, passando alcuni valloni (attenzione in inverno o all’inizio della primavera se innevati). Facendo un po’ di attenzione a non sporgersi troppo, non sarà difficile osservare dei camosci (Rupicapra rupicapra) nei pendii sotto al sentiero. Dopo circa 45 minuti si passa sotto un ponte sospeso fra due pilastri: li sopra passa il sentiero attrezzato dei Sass Brusai (da percorrere solo con attrezzatura da ferrata). In questo primo tratto si possono osservare notevoli fioriture di piante adattate a vivere nelle pareti rocciose a picco: senza entrare troppo nei dettagli sistematici vale la pena citare le due primule di roccia, la gialla primula orecchia d’orso (Primula auricula) e la viola Primula spectabilis, e la bella bonarota comune (Paederota bonarota).
Il nostro percorso continua sempre sul medesimo sentiero, con i pendii che si fanno da erti e rocciosi a sempre più dolci ed erbosi, fino a raggiungere la strada in prossimità di Malga Vedetta. In questa seconda parte sono numerosi i branchi di camoscio, oltre che alcune specie ornitiche caratteristiche di questi ambienti: la sempre più rara coturnice (Alectoris graeca), legata ai pendii pascolati dal bestiame, o i più comuni culbianco (Oenanthe oenanthe) e codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros). Il nostro itinerario continuerebbe per il sentiero n. 849 verso Malga Camparoneta, ma vale la pena fare una brevissima deviazione per raggiungere il piccolo sacello posto a Cima della Mandria (1480 m): da questo punto si ha un’ampia veduta su tutta la pianura sottostante, dalla laguna di Venezia ad est fino ai Colli Euganei e Berici ad Ovest. Sotto ai nostri piedi si vede il Piave scorrere in direzione del Montello e poi verso la laguna: ci si rende conto facilmente dell’importanza strategica del Grappa durante la Grande Guerra dopo la ‘disfatta di Caporetto’, in quanto la naturale continuazione della linea di confine data proprio dal Piave. Ora ritorniamo brevemente sui nostri passi a riprendere il sentiero n.849, che taglia orizzontalmente le colline verso nord, fino a giungere a malga Camparoneta. Lungo questo tratto si possono notare molti fiori tipici delle zone montane, fra i quali la comune orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) con le due varinti di colore giallo o viola (ma sempre appartenenti alla stessa specie) o il bel senecione (Senecio vulgaris). Quando la copertura arborea inizia ad essere maggiormente presente lungo il sentiero si vedono, nel periodo fra maggio e luglio, dei bellissimi ‘pulvini’ viola: appartengono al pigamo colombino (Thalictrum aquilegifolium), una specie di ranuncolacea che, come tutte o quasi le specie appartenenti a questa famiglia, è tossica. Fra le specie arboree da citare il maggiociondolo alpino (Laburnum alpinum), che fra maggio (da cui deriva il nome comune italiano) e giugno porta delle belllissime infiorescenze gialle pendule. Questa specie appartiene alla famiglia delle Fabacee (o Leguminose), come altre due piante ai noi magari più note quali il glicine (fiori viola) e la robinia (con fiori bianchi): attenzione però che rispetto a quest’ultima il maggiociondolo risulta essere particolarmente tossico se ingerito. In breve si raggiunge malga Camparoneta (poco prima si passa per forcella Camparoneta, oltre la quale si raggiunge in 3 minuti malga Paradiso, ottimo luogo per uno spuntino al volo con ricotta fresca ed affettati), e da qui seguendo la strada forestale in leggera discesa si perviene nel fondo vallivo della Valle delle Mure. L’itinerario proposto prevede di risalire verso ovest la testata della Valle delle Mure, in leggera salita, passando prima per il Cason del Sol e poi nelle vicinanze del Cason delle Mure. Da qui un ultimo breve tratto in leggera salita su asfalto ci riporta al Pian dea Baea dove avevamo parcheggiata l’auto.
MAPPA
NOTE
Nell’articolo ho citato solo alcune delle malghe presenti in questa area, quelle che si trovano lungo il tragitto a piedi, ma nelle immediate vicinanze ve ne sono molte altre, quasi tutte con la possibilità di sostarsi per un pranzo a base di formaggi ed altri prodotti tipici del M. Grappa: Malga Valdumella, Malga Casera Valderoa, Malga Solarolo, Casera Col dell’Orso, Agriturismo Domador, Malga Casera Camparonetta, Casera Camol, Malga Casera Camaprona, Agriturismo Malga Piz, Malga Archeset. Potrebbe essere utile portare in auto un frigo da campeggio per acquistare al ritorno della camminata alcuni dei formaggi tipici della zona, tra cui i famosi morlacco e bastardo del Grappa (http://www.venetoformaggi.it/it/formaggi/morlacco-del-grappa.php).
Alcune di queste malghe, poste nel Comune di Alano di Piave, possono essere utilizzate per soggiorni (info presso il Comune di Alano di Piave: www.comune.alanodipiave.bl.it): Malga Camparonetta (25 posti letto), Malga Valderoa (9 posti letto) e Malga Camparona (14 posti letto).